Oggi voglio riportarvi l’esperienza di due colleghe, Mala Spina e Sara Gavioli, rispettivamente grafica e scrittrice, ed editor. Le storie di addetti al settore editoriale possono aiutare voi autori a capire qualcosa del “dietro le quinte” di questo mondo. Buona lettura!
Mala Spina e l’uccello africano
Quando lavoravo per un grosso editore di scolastica, l’editing era una roba serissima. I testi iniziali erano scritti da maestre ed educatori ma… spesso erano davvero terribili e come minimo c’erano 2-3 redattori a lavorare su un singolo libro.
Una volta che i testi arrivavano a una bozza accettabile, iniziava il giro dei redattori, per cui un libro veniva letto da almeno altri 4-5 redattori esterni al lavoro iniziale.
Specifico che è un sistema che riguarda solo l’editoria scolastica, perché trovare un refuso o anche il minimo errore su un testo di scuola equivale a essere coperti di insulti da qui all’eternità, e perdere un sacco di soldi.
Dunque, un anno decisero di far fare un giro di bozze anche a me, non in qualità di editor (non lo sono), ma di grafico. Infatti mi occupavo di impaginazione e non ero stata direttamente coinvolta nel libro in questione. Insomma, mi chiesero di dare un’occhiata dal punto di vista grafico.
Trovai una mappa dell’Antico Egitto in cui c’era un piccolo egiziano dietro a una capra, che pareva volersela ingroppare. Lo giuro. Era inquietante con il suo piccolo sorriso e la povera capra con gli occhi allucinati.
Poi mi passarono un libro per la prima elementare in cui a ogni lettera dell’alfabeto corrispondeva un animale…
A: Amilcare l’anaconda americana
B: Berto il bufalo belga, e così via.
Poi sono arrivata alla lettera U.
*URANO L’UCCELLO AFRICANO*
E nella mia mente si è materializzato un disegno osceno, che ho subito realizzato. Lo abbiamo stampato ed è rimasto qualche anno esposto al pubblico ludibrio. Nonostante avessimo segnalato la comicità becera di Urano, il direttore editoriale scelse di tenerlo. Suppongo che tra le maestre fosse diventato una specie di barzelletta Urano… ma come si fa? Ma come ti viene in mente?! Ugo, Ubaldo… ma Ur-ANO associato a uccello… non so, a voi pare normale?
Sara Gavioli, in cerca di confronto
Lavoro come editor e i manoscritti sono il mio pane quotidiano. Il consiglio che sento di poter dare a chiunque scriva è: cercate il confronto.
Spesso gli autori si lamentano perché non hanno la possibilità di lavorare con dei professionisti, prima di proporsi agli editori. Lo capisco: non tutti possono permetterselo. Bisogna dire, però, che i beta-reader sono preziosissimi e che in troppi inviano il file della propria storia subito dopo aver scritto la parola “fine”.
Invece:
– Dopo aver concluso la prima stesura, fate riposare la storia per almeno un mese. Fatevi una bella vacanza, iniziate a scrivere altro, leggete, abbonatevi a Netflix. Non pensateci e aspettate.
– Poi, riprendete in mano il manoscritto e rileggetelo tutto, come se foste dei semplici lettori. Già a questo punto troverete una marea di cose da modificare. Fatelo.
– Scegliete degli eletti che leggeranno e che vi daranno delle opinioni. Non la mamma o la fidanzata: i beta migliori sono persone che sanno essere severe. Se ne trovate di bravi, teneteveli stretti. L’ideale sarebbe far leggere almeno a cinque persone: così avrete modo di confrontare le osservazioni.
– Iniziate una seconda revisione tenendo conto dei consigli ricevuti.
Questo è il procedimento minimo, secondo me. Ovviamente, avere una mano da un editor o passare anni a fare ulteriori revisioni aiuta di più, ma già soltanto la pazienza e il confronto potrebbero fare la differenza. Mi capita davvero troppo spesso di dover valutare manoscritti che non sono nemmeno stati riletti dall’autore, o peggio titoli auto-pubblicati con difetti evidenti, che un beta avrebbe notato subito, ed è un peccato.
Voi cosa ne pensate?