Buongiorno amici autori e colleghi scrittori! Voglio salutare il 2024 così, con questa bella esperienza che ho fatto, come giornalista e videogiocatrice, visitando per la prima volta il GAMM, il nuovo museo del videogioco di Roma, una volta VIGAMUS, che ora ha avuto un mega “upgrade” con la location esclusiva in pieno centro, zona piazza Esedra/Repubblica, in via delle Terme di Diocleziano.
E, forse, non è un caso che si trovi proprio nell’Esedra delle vecchie terme romane, che erano un luogo di svago per eccellenza, durante i fasti di Roma. Per quanto riguarda me, da buona giocatrice e videogiocatrice, sono tornata un po’ bambina, giocando a quei giochi che è difficile recuperare, con completo accesso anche a quelli più evoluti, con il 3D, ad esempio; confesso comunque che la mia sala preferita rimane quella dei retrogame, i famosi “cabinati” anni ’70-’80.
Ma andiamo con ordine, perché il GAMM è sia svago e intrattenimento, ma anche e soprattutto una forma di valorizzazione del medium “Videogioco” che, ormai, è a tutti gli effetti considerato come un’opera d’arte, anzi un’opera multimediale interattiva.
Il videogioco, nuova forma culturale di espressione artistica
Dice, in merito, Marco Accordi Rickards, direttore e curatore GAMM: “Abbiamo scelto autori e artisti che non hanno nulla da invidiare agli altri. Il nuovo museo è suddiviso in tre aree, a partire dall’HIP historical playground, che unisce il materico col virtuale. Conserviamo 600 oggetti unici e ne acquisiremo altri, abbiamo ricostruito un percorso non più con pannelli, ma schermi interattivi; rappresentiamo i titoli più iconici e particolari per attivare emozioni e ricordi o curiosità alternati a contenuti di grande valore con interviste esclusive da tutto il mondo di protagonisti dei videogiochi. Nell’ultima area, abbiamo inserito postazioni console e computer games dando merito al lavoro dei professionisti più particolari e straordinari (game designer), veri protagonisti che ci fanno appassionare. Ormai, il contenuto culturale e artistico del videogioco è INNEGABILE e non dipende dal setting o ambientazione, ma dai meccanismi di design che formano il gameplay”.
In sostanza, il videogioco è unico e rivendica la sua storia e dignità tra i media, ora anche attraverso quello che è il museo dedicato più grande d’Europa, il GAMM di piazza della Repubblica a Roma, appunto.
GAMM: un luogo fisico di incontro e di network
Data la natura multimediale del videogioco, è bello sapere che ci sia uno spazio fisico, riconosciuto anche dalle istituzioni, e in zona così facilmente raggiungibile anche da turisti e da visitatori di ogni tipo, perché – così come nella scrittura e nella lettura – la cultura unisce sempre.
La cofondatrice di GAMM, Luisa Bixio, dice in merito: “Finalmente c’è un luogo fisico di rappresentanza, un punto di riferimento per famiglie, scuole, istituzioni. Il nostro mondo è bellissimo dall’esterno, ma non tutti conoscono la passione, l’arte e la professionalità che ci mettiamo. Il GAMM offre contenuti esclusivi e digitali, contributi di personaggi importantissimi internazionali, una collezione di oggetti unici e reperti e le pietre miliari del nostro mondo. Perché, per capire il vero valore del videogioco, deve essere provato per capirne il valore. E puntiamo anche a fare network di collaborazioni, grazie agli spazi offerti alle scuole e alle istituzioni, nella nuova sede del museo”.
Sulla stessa linea anche Raoul Carbone, cofondatore GAMM: “Dodici anni fa abbiamo aperto il primo e unico museo del videogioco in Italia, insieme al museo di Berlino. Poi ne sono anti altri in Finlandia, Russia, Inghilterra. Ci aspettiamo ora l’interessamento dalle istituzioni e siamo al servizio dei publisher sviluppatori, ponendoci come punto di riferimento culturale per vari settori”.
Fare cultura è anche interattività
Durante la conferenza stampa di presentazione del GAMM, erano presenti ospiti d’eccezione, quali ad esempio Don Daglow, storico nome del videogioco e fondatore di Intellivision. Per me è stato un onore incontrarlo, visto che alcuni dei suoi giochi hanno caratterizzato la mia infanzia: uno su tutti, Neverwinter Nights. A lui è stata dedicata la targa come primo membro della Hall of Fame del GAMM.
Interessanti anche gli interventi di Women in Games, perché in questo settore anche la presenza al femminile è in crescita.
Per chi volesse saperne di più, o volesse scrivere storie peri videogiochi, contattatemi pure e saprò indirizzarvi al meglio!
Nel frattempo, buona lettura, buona scrittura e… BUON ANNO NUOVO!