Buongiorno amici autori! Oggi, voglio parlarvi di un’autrice che ha scritto un racconto per bambini, che mi sta molto a cuore. Lei è Tatiana Primadei, il suo bel libro a colori è La pappagallina Lola. Lo spettro magico (Astro edizioni). Sappiamo anche che il prossimo 2 aprile sarà la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo.
L’intento della favola La pappagallina Lola è infatti sensibilizzare soprattutto le famiglie, poi i bambini, all’inclusione. Lola è molto particolare, vive in un mondo tutto suo, quello dello spettro autistico. Eppure, appena la sua famiglia riesce a comunicare con lei, scoprono che quel mondo è un arcobaleno!
Parte dei diritti d’autore ricavati dalla vendita di questo libro vanno in donazione all’associazione SerenaMente Onlus, che si occupa di inclusione per le famiglie che convivono con la disabilità. Tatiana sarà in diretta con noi, sulla pagina Agente letterario nella rubrica “A tu per tu con l’autore”, per parlare di Lola venerdì 26 marzo alle 16:30. Conosciamola adesso un po’ meglio…
Ciao Tatiana, parlaci di te…
Da dove inizio? Partiamo dal fatto che La Pappagallina Lola. Lo spettro magico è il mio primo libro. Questo non vuol dire che prima di questo non abbia mai scritto, anzi… ho sempre avuto un “diario” e sentito il bisogno di scrivere. E di leggere. Tuttavia, ai tempi dell’università, al momento di scegliere quali studi intraprendere, ho scelto Ingegneria. Questa scelta ha tracciato anche il mio percorso professionale. Lavoro in Pianificazione e Controllo. Dunque, sono circondata dai numeri, eppure ho continuato ad amare le parole.
Tra tutte le parole che ho incontrato nella mia vita, quella che l’ha stravolta è stata: AUTISMO. Parliamo di 5 anni fa, ormai. Ero mamma da poco meno di due anni di una bellissima bimba di nome Alma, ed ero incinta da pochi mesi, una sorellina era in arrivo… Ero stanca, stravolta e felice, la maternità mi aveva rimesso i piedi a terra, riportato a contatto con la parte primordiale di me stessa, facendomi riscoprire quel posto in cui non c’era spazio per i numeri né per le parole, ma solo per l’essenziale, per le cure, per l’amore… e per i pannolini, i biberon, le pappe.
Le giornate scorrevano veloci, Alma cresceva e iniziava a esplorare il mondo, ma qualcosa non mi tornava, relazionarmi con lei non era come mi aspettavo, senza sapere in modo chiaro cosa dovessi aspettarmi. Iniziavo a farmi domande, a guardare gli altri bimbi, quasi mi sentivo in colpa del fatto che cercavo di paragonarla a qualcun’altro… che sciocca che ero! Lei era unica. Eppure, poco a poco quei comportamenti di Alma, raccolti tutti insieme trovarono un nome, i medici mi dissero chiaramente che mia figlia aveva l’autismo. Non aveva nemmeno 2 anni. Una vita davanti. C’è voluto un po’ per capire che quello che in quel momento sembrava la fine, in realtà sarebbe stato l’inizio di un nuovo viaggio.
Un viaggio che, nella favola della pappagallina Lola, è diventato il viaggio di Runa, alla ricerca di risposte e soprattutto di strumenti per conoscere e per far conoscere. Per avvicinare, per andare oltre la paura, oltre l’autismo, verso un futuro più consapevole e un mondo più accogliente nei confronti della diversità.
Vuoi spiegarci meglio di cosa si occupa l’associazione SerenaMente Onlus?
Aiuta le persone a credere che, insieme, si può costruire un pezzo di mondo basato sul rispetto, sulla fiducia e sull’accoglienza. Dopo pochi mesi dalla diagnosi, io e mio marito ci siamo accorti che le nostre aspettative, rispetto al tipo di percorso che avevamo in mente per nostra figlia, non collimavano con quello che la realtà ci offriva. Giorno dopo giorno, si faceva sempre più chiara, nella nostra testa, l’idea di volere, al di là di ogni percorso riabilitativo, che nostra figlia potesse essere felice in mezzo agli altri.
L’associazione SerenaMente nasce con l’idea di trasformare in servizi per le famiglie una cultura volta all’inclusione sociale. In quest’ottica, organizziamo attività per bambini, percorsi educativi, centri estivi ed esperienze outdoor in piccolo gruppo, offrendo l’opportunità ai bambini con autismo o altre difficoltà di interagire con i loro amichetti in un contesto dove la disabilità non sia vista come un taboo, ma come uno degli infiniti modi di stare al mondo. Nella stessa direzione vanno i nostri progetti di sensibilizzazione e informazione.
Hai scritto una favola per bambini, con dei disegni bellissimi: La pappagallina Lola. Lo spettro magico. Spiegaci come è nato il progetto.
Ho passato i primi mesi dell’autismo a studiare manuali. Mentre elaboravo il dolore, ho assimilato definizioni scientifiche, ho imparato nuovi termini. In quei mesi ho letto romanzi, biografie, manuali e articoli… tutto ciò che mi capitasse a tiro, che avesse a che fare con l’autismo. Ingoiavo blocchi d’autismo. Scrivere era una forma di digestione, all’epoca. Scrivevo per familiarizzare, per esaminare, per sfogo, per necessità. Per arrivare al fondo delle cose e poi risalire. Volevo capire, ed essere in grado a mia volta di spiegare.
Partiamo da una difficoltà immensa: l’autismo è una condizione complessa e variegata, condiziona profondamente il modo di comunicare, interagire e relazionarsi con il mondo circostante, che sia esso composto da persone o oggetti. Non è visibile a primo impatto. Non ci sono tratti somatici o caratteristiche fisiche che riconducono a esso. Le manifestazioni sono comportamentali: difficoltà nella comunicazione, nell’interazione, interessi ristretti, stereotipie, comportamenti-problema.
Per quanto complesso, avevo capito piuttosto bene come poter spiegare la condizione autistica a un adulto… diverso è stato quando sono arrivate le prime domande dei bambini. E di Mira: la mia secondogenita che, nel frattempo, aveva compiuto tre anni e iniziava a comprendere che la sorella si comportava in modo “diverso” rispetto agli altri bambini della sua età.
Tutti i termini che avevo imparato si sgretolavano di fronte alle loro semplici domande, non avevano senso. Allora, ho iniziato di nuovo a scavare… e in questo nuovo viaggio dentro di me, ho trovato una famiglia di pappagalli, una mamma un papà e due pappagalline, di cui una viveva all’interno di un arcobaleno. E funzionava. Con loro riuscivo a trasfigurare l’autismo, a raccontarlo ai bambini. L’idea di Lola non è solo far comprendere, ma soprattutto offrire dei mezzi per la relazione e l’inclusione, mezzi che nel libro prendono la forma di oggetti tangibili: il campanellino, la lente, il metro, i veli colorati. I quattro pappagalli rappresentano la mia famiglia: sono realizzati in gomma eva e feltro; questo ha reso le varie letture dal vivo “vere” e mi ha dato la possibilità di coinvolgere attivamente i bambini, ponendo le basi per l’interesse e l’ascolto. Agitare in aria il campanellino durante il racconto, misurare la distanza tra i cuori… e vedere Mira col suo pappagallino verde raccontare agli amichetti le peripezie di Lola e Ramì. Così diverse e così uguali. Così vicine e così lontane.
Hai qualche aneddoto da raccontarci, sia come autrice, sia come fondatrice di SerenaMente Onlus?
Mi è capitato diverse volte di nominare il disturbo dello spettro autistico… e di sentirmi dire che la parola “spettro” richiamasse nell’immaginario l’idea di “fantasma”. Io, quando ho sentito spettro la prima volta, ho subito pensato invece allo spettro della luce e ai colori dell’arcobaleno. E ho voluto richiamare questa visione, con La pappagallina Lola. Lo spettro magico.
Il titolo del libro è già in sé un primo tentativo di accorciare le distanze, associando il termine spettro all’arcobaleno che circonda Lola. L’arcobaleno è anche il simbolo della nostra associazione. Non solo, il giorno della prima presentazione di Lola, abbiamo organizzato l’evento nel cortile interno di Palazzo Chigi a Formello; pioveva e smetteva, proprio come avviene nel libro… essendo l’evento all’aperto, eravamo in dubbio sull’allestimento degli spazi, fino a 15 minuti prima di cominciare. Quando, a darci fiducia, è apparso nel cielo un bellissimo arco di luce…
In ultimo, la domanda che faccio a tutti: cosa consigli a un autore che, come te, ha qualcosa di forte e importante da raccontare e vuole pubblicarlo?
I consigli sono sempre la parte più difficile, perché dipendono molto dal vissuto e quindi sono difficilmente generalizzabili. Tuttavia, il consiglio che mi sento di dare a chi volesse pubblicare un libro è quello di instaurare una relazione molto profonda con quello che si scrive (e che si propone quindi a un editore).
Di seguire l’ispirazione e dare forma ai pensieri e poi di prendersi cura delle parole che sceglie, dei personaggi dei luoghi… è un’occasione unica quella di poter creare ma, e forse questo lo dico anche da mamma, la “creazione” è solo l’inizio del viaggio 🙂
Buon viaggio a tutti, nel mondo arcobaleno di Lola, in attesa di vedere l’autrice, Tatiana Primadei, in diretta sulla pagina Facebook di Agente letterario, nella rubrica “A tu per tu con l’autore”, venerdì 26 marzo alle ore 16:30. Vi aspettiamo!