Alberto De Stefano oggi è store manager del Mondadori Bookstore di Legnano.
Dal 2011, partecipa alle più prestigiose fiere nazionali fantasy, del fumetto e dell’editoria, classificandosi secondo al Premio Cittadella nel 2011, col romanzo L’ultimo eroe del Klaidmark.
Ha praticato scherma medievale e cantato nel gruppo Power Metal noto come Nether Nova, incidendo l’EP Overflow.
Ha pubblicato, per GDS, la saga Cronache del Klaidmark; per Armando Curcio la trilogia La maschera e la spada; per A.Car la Saga dei Kalesin e il romanzo storico Erik il rosso. Dalle sue opere, è stato anche realizzato un videogame dalla Curtel Games, The ballad singer.
Buongiorno Alberto, parlaci un po’ di te. So che lavori per una catena di librerie molto importante, e ti dedichi alla scrittura da anni, mostrando anche un notevole talento.
Innanzitutto, grazie per avermi contattato, è un vero piacere poter fare quest’intervista.
Ho iniziato a lavorare come magazziniere per una grossa libreria indipendente a Varese nel 2006, anche se quasi da subito sono passato in negozio e, grazie all’esperienza accumulata negli anni, dal 2016 sono responsabile di un franchising per una grossa catena di librerie. Il bello di appartenere a un franchising è che, salvo il marchio fuori dalla porta, posso fare il libraio e non il commesso, cosa fondamentale nel mio lavoro.
Sono un accanito lettore ancor prima che libraio e questo mi ha portato a coltivare una forte passione per la scrittura, già dai 16 anni. In quel periodo, scrissi il mio primo libro: L’ultimo eroe del Klaidmark, pubblicato 10 anni dopo e, da quel momento, ho pubblicato circa un libro all’anno.
Mi occupo prettamente di fantasy, ma ho scritto anche un romanzo storico, un thriller archeologico e una novella per bambini.
Da libraio, appassionato di fantasy, come si sta modificando il mercato di genere, oggi?
Diciamo che il mondo del fantasy ha riscosso un grande successo solo negli ultimi anni, in Italia. Infatti, è sempre stato trattato come genere di serie B e molti grossi editori tutt’ora non puntano sugli scrittori italiani. Questo è dovuto purtroppo a tanti flop avvenuti nel tempo e alla fossilizzazione mentale sul fatto che il fantasy sia un genere per ragazzini. Non è così. Credo che in alcune grosse case editrici manchi talvolta il coraggio di puntare su autori diversi dai soliti noti e che a volte manchi gente davvero competente (parlo per esperienza diretta). La mia non vuole essere un’accusa, ma una critica costruttiva.
Oggi, grazie soprattutto alle serie TV, il fantasy sembra esploso come non mai. Ci troviamo però di fronte a saghe esclusivamente politically correct, in cui la protagonista è quasi sempre femminile, spesso si sfocia nel romance, ma il caro vecchio high fantasy più verosimile (alla Gemmell, per intenderci) quasi viene snobbato. Addirittura, è arrivata la definizione di Grimdark (vedi Abercrombie). Questo però è un genere più vicino al verosimile rispetto a molti altri e, onestamente, lo preferisco.
Cosa ti ricordi del tuo esordio come autore? Quali sono state le sfide più difficili, e le tue più grandi soddisfazioni?
L’esordio è stato entusiasmante. Mi ricordo che fui quasi obbligato a buttarmi, e per fortuna l’ho fatto. Le prime fiere e presentazioni sono state bellissime e soddisfacenti, c’era un entusiasmo incredibile e la voglia di mettersi in gioco. La soddisfazione più grande è stata classificarmi secondo al Premio letterario nazionale Cittadella nel 2011, proprio col mio romanzo d’esordio.
I momenti più difficili sono dovuti al rinnovarsi e provare a inventare qualcosa di nuovo. In questo, mi ha aiutato il corso di scrittura che ho fatto da Raul Montanari, un grande scrittore e insegnante.
Hai qualche aneddoto divertente o strano da raccontarci, sia come libraio, sia come autore?
Potrei scriverci un libro (eheheh)… ma quelli come libraio sono sicuramente i più esilaranti. Ne ricordo uno in particolare, questa persona che entra e mi chiede: «Avete il libro, TUTTE LE POESIE? Non ricordo l’autore». Insomma, è agghiacciante come richiesta. Oppure, quando la gente chiede dove può scaricare gratis i libri… sono persone culturalmente e intellettualmente indietro (poi ci domandiamo perché l’Italia è conciata in un certo modo!). Esistono le biblioteche, che bisogno c’è di dover piratare il lavoro altrui, quando si può leggere e acculturarsi gratuitamente?
Beh, da scrittore mi sono sentito dare dello ‘‘sporco ebreo’’ da una simpatica signora sulla cinquantina, per via della copertina di un mio romanzo (tra l’altro non sono ebreo, non sono sporco e la copertina raffigura una maschera teutonica). Traete voi le vostre conclusioni.
In ultimo, cosa consigli a un autore emergente che sogna di vedere il suo libro ben esposto sugli scaffali delle più grandi librerie?
Per prima cosa: umiltà. Accettate le critiche, da qualsiasi parte esse provengano. Ascoltate gli editor. Gran parte del successo di un libro dipende da loro. Inoltre, rimboccarsi le maniche e girare fiere e librerie per fare firmacopie. I libri non si vendono da soli, se siete esordienti.
Certo, serve anche il fattore C., e magari pubblicare con un grosso editore può aiutare, ma non basta. Il mondo è pieno di autori meritevoli che sono stati pubblicati da grandi marchi e poi, dopo il flop, sono finiti a non scrivere più o a pubblicare con case editrici minori: in questo ambiente, non ci sono seconde possibilità.
Vorrei cogliere l’occasione per ringraziarti, Francesca, e salutare tutti i lettori.
Grazie a te, Alberto!
Per maggiori informazioni: www.albertodestefano.com