Un’intervista a Elvio Ravasio
Oggi, voglio presentarvi un amico autore, che ho incontrato ormai circa 10 anni fa, durante una fiera fantasy in uno dei bellissimi castelli della Lombardia.
Da Elvio Ravasio ho imparato la tenacia, la voglia di emergere e ho appreso anche qualche segreto del suo meraviglioso lavoro: rilegatore professionista, oltre che autore ormai conosciuto di fantasy per ragazzi e sci-fi.
Ciao Elvio, parlaci un po’ di te. So che ti occupi di libri da una vita… in cosa consiste il tuo suggestivo lavoro?
Ciao Francesca, come sai faccio il rilegatore e possiamo dire che ho dedicato la mia vita ai libri. Amo dare nuova vita agli oggetti che hanno segnato la nostra crescita, i nostri affetti, o hanno influenzato le nostre scelte.
Che sia un dizionario scolastico o un Promessi sposi di fine Ottocento non ha importanza, torneranno al loro splendore e potrete conservarli o logorarli di nuovo. Meglio la seconda, visto che ci campo!
Hai esordito con una saga di libri fantasy per ragazzi. Vuoi parlarci della tua esperienza?
L’intento principale di questa scelta era di scrivere una storia per mia figlia. Ho avuto un imprinting massiccio legato al fantasy e alla fantascienza, quindi mi è venuto naturale scegliere questo genere. Il primo libro, I guerrieri d’argento, è nato senza alcuna velleità editoriale ma, si sa, non siamo noi a scegliere il nostro destino.
Poi, come le ciliegie, un libro tira l’altro e mi sono trovato per le mani una saga di 4 episodi. Il percorso editoriale è stato impegnativo, sono partito dal basso e ho risalito la china un gradino alla volta con costanza e determinazione, fino a raggiungere i 15mila libri venduti a fine 2019.
Il tuo sforzo nel farti conoscere al pubblico è notevole, tanto che ti ha notato un editore più grande e, adesso, ti cimenti in nuovi generi letterari. Com’è stato questo passaggio?
Lo sforzo è stato più che notevole e lo è tuttora, ma non sono uno che molla. Ci sono stati momenti felici e altri meno, soddisfazioni e delusioni, qualche premio vinto e qualche critica negativa, fa parte del gioco.
Il passaggio a un editore importante è avvenuto grazie ai 5000 libri venduti da solo a fiere, eventi e mercati. Le mie prime case editrici non avevano una distribuzione in librerie di catena e quindi, per raggiungere lo step, avevo bisogno di una distribuzione nazionale e capillare. E dovevo avere dei dati di vendita che destassero interesse, quindi ci ho messo impegno, rinunce e passione.
Per quanto riguarda il cambio di genere, non poi così radicale (e chi ha letto Medioevo sa di cosa parlo) è dovuto al fatto che pensavo di aver esaurito quello che avevo da dire nel fantasy classico, avevo bisogno di una ventata d’aria fresca e di un’idea originale che stimolasse la mia creatività. Amo sperimentare, e i risultati ottenuti con Medioevo sono carburante per continuare in quella direzione.
Hai qualche aneddoto divertente o strano da raccontarci, sia nella tua vita professionale di rilegatore, sia in quella di scrittore?
Dopo 10 anni in pista come scrittore e 35 come rilegatore, potrei scriverci un libro sugli aneddoti, ma vorrei portare l’attenzione su un tema che mi manda in bestia. Mi capita spesso che, durante i vari eventi a cui partecipo, ci siano ragazzi che si avvicinano al banco incuriositi, anche se non lettori. E, devo dire abbastanza di frequente, vedo i genitori trascinarli via con la frase “tanto non li leggi”.
Siamo un paese di non lettori per situazioni come queste, ricordo che i miei genitori avevano la casa piena di libri e magari non mi compravano la bacchetta di Harry Potter (che all’epoca non c’era, e tanto non funziona, sapete…), ma non si sono mai rifiutati di acquistarmi un libro. Torniamo a leggere le favole ai nostri figli prima di dormire, se vogliamo che da grandi apprezzino la lettura. Un ragazzo che legge sarà un adulto che pensa e, di questo, abbiamo un gran bisogno.
Infine, domanda di rito: cosa consigli a un autore emergente che sta cercando un editore, oppure sta per pubblicare il suo primo libro?
“Ne sei proprio sicuro?”, questa è la domanda che gli farei. Il mondo editoriale è purtroppo in cancrena e la vanità di voler pubblicare un libro senza essere accompagnati da impegno e dedizione enormi non vi porterà a nulla, se non a essere dimenticati dopo pochi mesi.
Chiedetevi se da grandi volete fare gli scrittori e, se impiegate più di 8 secondi a rispondervi, lasciate stare o verrete fagocitati e tritati in tanti di quei pezzettini, che nemmeno i vostri cari vi riconosceranno. Ricordo che pubblicai il mio primo libro 10 anni fa e, degli autori conosciuti lungo il cammino, ne sono rimasti 4. Non è un mondo per tutti e, se non siete motivati da una passione e una determinazione abnormi, non buttateci del tempo che non vi porterà a nulla, se non a dire agli amici: “Ho pubblicato un libro”.
Per chi invece risponde ai requisiti ed è ben conscio del ginepraio in cui si sta cacciando, c’è Astro Edizioni, un punto di partenza ben superiore di quello da dove sono partito io.
So di essere stato duro e crudo ma, credetemi, lo dico per il vostro bene: non smettete mai di sognare, non illudetevi e tenere i piedi piantati a terra, o la caduta sarà rovinosa.
Ultima cosa, leggete molto più di quello che scrivete e, soprattutto, comprate libri di scrittori emergenti e tenete vivo un mercato che è al di fuori delle pure logiche di mercato.
Grazie Elvio, per la tua disponibilità e, agli autori emergenti auguriamo dunque… buona lettura! A presto.