Una gita a… l’archivio segreto Vaticano.
“Se solo queste pietre potessero parlare…”, è la prima cosa che ho pensato quando, dopo un controllo di sicurezza molto accurato, ho varcato le alte mura del Vaticano. Meta: l’archivio segreto.
Si entra in un altro Stato, ma è più corretto dire in un altro mondo. E scopro che sono pochissimi, qualche decina all’anno, gli studiosi che entrano qui. Un privilegio, insomma, che ho ottenuto grazie all’Associazione culturale Archivio Caffarelli.
Passo sotto allo IOR, osservo la bellezza architettonica di questi edifici maestosi, alla mia destra un giardino curatissimo, davanti a me degli archi sotto edifici imponenti, ed eterni. Finalmente, varco la soglia degli archivi. Lasciamo tutto, non è possibile portare nulla con sé, meno che mai i cellulari. La guida, che ci conduce nella visita, attraverso stanze, scale, scalini e scalette, trombe di ascensori, corridoi e pavimenti meravigliosi, sale affrescate e odore di antico, ci spiega aneddoti e novità.
La più importante: papa Francesco sta per desecretare i documenti del pontificato di Pio XII, dell’epoca della Seconda guerra mondiale. Ne scopriremo soltanto nei prossimi mesi o anni la vera portata storica.
I documenti, chilometri e chilometri di scaffalature, sopra e sottoterra, rimandano subito l’odore della polvere, della colla, della carta. Una meraviglia, un piacere a fior di pelle per chi, come me, lavora e vive con e per i libri.
Scopro che la pergamena, se conservata alla giusta temperatura e umidità, dura per sempre e, mentre salgo gli scalini, ho il sorriso sulle labbra.
Anche qui, c’è stata la censura: un affresco con su scritto qualcosa come “il pericolo viene dal Nord”, inteso come Nord Europa della Riforma, viene ridipinto con un fregio, per nascondere la frase nefanda alla nobildonna di Svezia, che ha soggiornato proprio in quella stanza. E, meraviglia, leggo le parole scritte su un foglio tutto bianco, accuratamente riempito dopo da chi di dovere, dove Galileo Galilei giurava di testimoniare quanto “scritto sopra” la sua firma: una forma di “cambiale” antica. Leggo poi la lettera di Lucrezia Borgia al papa, suo padre peraltro. E la scomunica a Lutero.
Incredibile la cura con cui questi documenti sono archiviati, tenuti. Il tempo, qui nell’archivio segreto Vaticano, si ferma. E per me che posso, attraverso la mia scrittura e il mio lavoro, comunicare quanto ho visto, è difficile farlo senza emozionarmi ancora. Un’esperienza unica, che ho fatto in un mondo antico, moderno, storico e attuale al contempo, carico di fascino e mistero da scoprire e riscoprire. Nell’attesa che, tra questi documenti ancora segreti, esca fuori qualcosa degno di nota, vi saluto e… alla prossima gita nel mondo dei libri e della carta!