Che cos’è l’editing di un testo?

Agente Letterario | Editing e Promozione Libri Inediti | Francesca Costantino

Questa è una delle domande che mi vengono fatte più spesso, infarcita da una serie di frasi fatte per “sentito dire” e da paure più o meno legittime, esternate dagli autori emergenti. Sì, perché un autore professionista non solo sa cos’è l’editing, ma anche a cosa serve l’editing e, soprattutto perché serve un editing del testo! Non solo, ma un autore professionista ricerca editor altrettanto professionisti e, magari, specializzati nel tipo di manoscritto che scrive, quindi ancora più attento e preciso per quello specifico genere letterario.

Quindi, amico o amica autore emergente, se vuoi entrare nel mondo dell’editoria, sai già che per prima cosa bisogna lavorare sul proprio testo con un editor professionista. Almeno, se si vuole scrivere e pubblicare sul serio, e non per gioco o per diletto.

Cos’è l’editing di un manoscritto?

Si tratta di una revisione completa, analitica del testo, per renderlo più chiaro e adatto al target dei lettori. Si lavora sul singolo rigo, sulla singola parola, sulla congruenza generale, sui dialoghi, sull’impostazione, sul ritmo e sull’intreccio. I parametri tecnici da osservare solo tanti e vanno molto più in profondità di una semplice correzione di bozza, che si ferma alla formalità della frase.

Quanti tipi di editing esistono?

  1. Correzione di bozza: il primo e più blando editing è noto come correzione di bozza; quindi, l’editor o il correttore di bozze si mette con santa pazienza a scovare tutti i refusi, le sviste, a controllare le date e i periodi storici dei fatti citati, a verificare che parti del manoscritto non siano state copiate, a correggere la grammatica. Serve? Certo, se l’autore è già certo che struttura, personaggi, intreccio, dialoghi, ritmo, trama e varie tecniche narrative siano già di ottimo livello; in caso di incertezze, beh, non basta di certo.
  2. Content editing: è un’analisi dei contenuti del manoscritto, della sua congruenza e altri parametri diffusi in editoria per il genere letterario scelto. In gergo, è meglio noto come valutazione tecnica . Serve? Sì, almeno l’autore sa dove sta sbagliando, perché, come rimediare e farlo al meglio. Ma gli errori grammaticali e di bozza e stilistici rimarranno sul testo.
  3. Editing strutturale o Line editing: si tratta di un’analisi completa del manoscritto, una revisione stilistica, ma anche tecnica e strutturale di tutto il testo, tanto che richiede almeno 2 se non anche 3 revisioni da parte dell’editor. Ricordo che l’editor non lavora da solo, ma a stretto contatto con l’autore che non verrà zittito, bensì servirà il suo apporto in quanto ideatore del progetto che l’editor sta correggendo. Serve? Certo! È l’unico modo in cui non solo si migliora radicalmente il proprio lavoro, ma si imparano anche nuovi modi di scrivere, nuove tecniche di scrittura e si superano i propri limiti di autore.

Posso fare editing da solo/a?

Mentirei se dicessi che non solo puoi, ma DEVI! Però, attenzione: la revisione del testo (una, due, tre volte…) dell’autore è necessaria e importante, purché si conoscano i propri limiti:

  • Cecità: sì, scovare i propri errori è quasi impossibile, anche perché si conosce così bene il proprio manoscritto, ci si affeziona così tanto alle proprie parole che si glissa sui problemi.
  • Soggettività: un parente o un amico che legge quello che abbiamo scritto può avere paura di ferirci, o essere troppo entusiasta solo perché ci vuole bene. Ma che ne sa di un pubblico di sconosciuti, degli editori, dei meccanismi di questo settore?
  • Manca una visione d’insieme: l’autore si concentra sulle belle parole, ma è carente in originalità; oppure è molto originale, ma fa molti errori di scrittura; pensa di aver scritto la “storia del secolo”, ma non conosce il mercato editoriale e non sa che quella storia già è stata pubblicata (almeno nell’idea di base).
  • Scarsa esperienza editoriale: l’autore non conosce il mercato, non sa come rivolgersi agli editori, non conosce bene il suo pubblico di riferimento.

Quindi, un editor professionista fa la differenza?

Assolutamente sì! E per vari motivi:

  • Competenza tecnica: gli editor conoscono le regole più diffuse di scrittura, di svariati generi letterari e sanno applicarli secondo tecniche ben specifiche, senza stravolgere il testo, ma esaltandone gli aspetti migliori.
  • Analisi approfondita: un professionista conosce le varie stratificazioni di un testo e sa correggerle in contemporanea, di solito non gli sfugge nulla e va al sodo delle questioni tecniche. Se serve, usa l’accetta come un boscaiolo; oppure un bisturi di precisione come il più sensibile dei chirurghi.
  • Esperienza: conosce il mercato, legge moltissimo, lavora tutti i giorni sui testi, parla con colleghi, agenti, editori, librai e si confronta spesso con loro.
  • Lavora anche “di fino”: se il testo in generale funziona bene, l’editor è comunque utile per migliorare il proprio stile, conoscere le “dritte” del mestiere e far crescere l’autore.

Per ulteriori approfondimenti, rimando anche ai 10 punti che ho trattato in questo articolo sul mio blog.

Buona lettura e, come sempre, buona scrittura!