Sono solo noci… L’importanza del packaging in editoria
Non venite a dirmi che non sono carini, dai! Che non li comprereste…
Questi pucciosi cricetini, o scoiattoli che siano, rivestono delle semplici noci, di cui forse abbiamo fatto incetta sotto le recenti festività. Eppure, l’azienda che produce il simpatico pacchetto ha vinto su tutte le altre. E non mi stupirei di trovare dati di vendita superiori rispetto ad altre confezioni di noci (a parità di rapporto qualità / prezzo).
Insomma, il contenuto è simile a tanti altri, ma il packaging, ovvero il contenitore / aspetto estetico, è notevolmente superiore e vincente.
Mi rivolgo ora agli amici autori con cui collaboro: non basta solo saper scrivere bene. Certo, direi che è un 70% del lavoro, è un must imparare, migliorarsi e crescere a livello tecnico, studiando e leggendo. Il restante 30% del successo del vostro libro lo fa il modo in cui vi presentate. Sia all’editore o all’agente letterario, nel caso in cui stiate inviando un manoscritto inedito, sia al vostro potenziale pubblico, qualora abbiate già pubblicato. È impensabile, oggi, scrivere (bene) e basta, ipotizzando che il libro si venda da solo.
L’apparenza non inganna assolutamente, se dietro di essa c’è la qualità. Anzi, è sempre più un must.
Come editore, sono ogni giorno alla ricerca di nuove idee, di packaging esteriori per i libri che pubblico più moderni, belli a livello estetico, godibili nella ruvidezza della carta e nel colpo d’occhio. Cerco nuovi talenti tra illustratori e artisti, tra grafici e designer di copertine. Sì, perché bisogna avere conoscenze anche di progettazione e design per fare davvero la differenza. E studio gli editori stranieri, i prodotti per l’edicola, di altri mercati fuori confine.
Il packaging, dunque, fa la differenza eccome! Buone noci e cricetini a tutti.