Una gita al cimitero acattolico di Roma
Come agente letteraria e anche come autrice, mi piace girare nei luoghi importanti, che hanno significato qualcosa per la letteratura e la cultura. Ho la fortuna di vivere a Roma, dove ogni angolo fornisce delle sorprese. Stavolta, il giro lo facciamo tra le tombe, insieme a insoliti ospiti felini…
Il cimitero degli artisti e dei poeti, e di grandi letterati. Qui, all’ombra della Piramide Cestia, sono sepolti alcuni eminenti intellettuali, tra cui John Keats, il cui nome, secondo il suo epitaffio, “fu scritto sull’acqua”, e Percy Shelley, uno dei più grandi poeti romantici, sposato con Mary Wollstonecraft Godwin, meglio nota come Mary Shelley, autrice di Frankenstein.
Sono molti gli scrittori che riposano qui, alcuni si erano addirittura trasferiti a Roma, da sempre fonte di ispirazione per opere letterarie importanti.
Il Cimitero protestante o acattolico, così è conosciuto ai romani, ha avuto origine nel Settecento, quando la legislazione ecclesiastica dello Stato pontificio vietava la sepoltura in terra benedetta ai cittadini di religione non cattolica. Prima, la zona di sepoltura era a Muro Torto, a Roma Nord, poi fu usata la terra sconsacrata lungo le mura aureliane. Il cimitero fu recintato dell’Ottocento da famiglie protestanti, dopo i continui atti vandalici sulle tombe, e ampliato con un’ala nuova, oggi ben più ricca di sepolcri di quella antica.
Altre interessanti tombe sono di autori nostrani, come quella di Carlo Emilio Gadda, “signore della prosa dalle forti passioni morali e civili”, e l’urna contenente le ceneri di Antonio Gramsci, la cui semplicità ha incantato Pasolini: “Stupenda e misera città, che m’hai insegnato ciò che, allegri e feroci, gli uomini imparano bambini” (Pier Paolo Pasolini, Le ceneri di Gramsci).
Chi passeggia tra le tombe rimarrà affascinato dalla magnificenza di alcuni fregi: tempietti, mosaici e sculture, tra cui la bellissima statua “Angelo del dolore”, essere divino che abbraccia, dolente, la tomba del suo creatore, lo scultore americano W. Story.
In questo luogo, si respira rispetto per i defunti, spesso morti giovani come il figlio di Goethe, a partire dalla cura con cui sono custodite le tombe, i roseti e le piccole piante spontanee che crescono al riparo del caos cittadino: il tarassaco e il melograno su tutti. Tra i cespugli, poi, camminano silenziosi alcuni gatti, fieri custodi di coloro che, per sempre, dimoreranno nella Città Eterna.