I libri sono troppo cari?
I libri costano troppo? Forse per alcuni, sì. Dato che il valore di un prodotto è nella richiesta che il mercato fa del prodotto stesso, va da sé che, in un sistema economico in crisi, come quello dell’editoria, i prezzi dovrebbero scendere. Eppure, tendono a salire. Il prezzo medio di copertina è ben lontano dai 15 euro di qualche anno fa.
La differenza, purtroppo, la fanno i costi di distribuzione (pari al 60% e più del prezzo di copertina), mentre le nuove tecniche di stampa e l’apertura al mercato estero consentono di spendere sempre meno per tirature di gran lunga inferiori, da qualche anno a questa parte.
«Non guardate solo al guadagno, ma alla diffusione della lettura e della cultura». È quanto afferma Mauro Corona, conosciuto scrittore, alpinista e scultore italiano, le cui opinioni forti fanno spesso discutere. L’ha detto durante una tavola rotonda tra i rappresentanti dell’editoria, portando anche l’esempio di chi dice: “Era un bel libro, ma costava troppo”.
Nonostante i segnali di ripresa, c’è indubbiamente ancora molto lavoro da fare sul fronte diffusione della lettura, considerando che quasi il 60% degli italiani non legge neanche un libro all’anno. Alla tavola rotonda si è parlato molto di come agire, ad esempio, a livello di legislatura e invocando maggiore collaborazione tra gli attori del mondo editoriale; c’è anche chi esce dal catalogo di Amazon, come scelta di campo, culturale e politica. E poi la proposta di Mauro Corona: tagliare gli utili degli editori in virtù di un bene superiore. Ovviamente impraticabile, fosse anche perché nessun imprenditore si sognerebbe di non rientrare dei costi spesi, e nemmeno di guadagnarci!
Di recente, poi, la Legge sullo sconto in editoria, volto a tarpare le ali ai colossi del web, non sta dando i risultati sperati, penalizzando anzi le piccole realtà: sconto massimo del 5% sul prezzo di copertina, mentre fino a poco tempo fa si poteva decurtare fino al 15%. Esistono, o sono in previsione, dei bonus cultura statali, che possono essere usati da alunni delle scuole e docenti, in diversi ambiti culturali, quindi anche per comprare dei libri.
Ma è davvero rendendo più accessibile il prodotto “libro” che si rende anche più appetibile? Il problema è culturale o economico? Chi non è abituato a leggere, comprerebbe libri solo perché costano di meno? E poi, che ne sarà delle piccole case editrici che già così fanno fatica a ricavare un guadagno?
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