Trame banali e…latte alle ginocchia
Buongiorno, amici autori. Oggi, vi proponiamo ben 10 consigli di cose da evitare, che si possono riassumere in un unico, ma preziosissimo, suggerimento: scrittori, evitate le trame banali!
Nell’articolo, trovate già un simpatico elenco di 10 banalità varie. Secondo voi, c’è altro da aggiungere? Diteci, quali trame vi fanno cadere le pal…pebre, mentre le leggete?
1. Lui e lei s’incontrano. Non si sono mai visti prima. A causa della folla non si parlano (c’è una festa, un congresso medico, il meeting di Cl, la sagra della rapa, ecc.). Lei guarda lui. Lui si sente muovere tutto dentro, e da quel momento non fa che pensare a lei. Però non sa nemmeno chi è. Due mesi dopo, casualmente, si re-incontrano (sull’autobus, al cimitero, a bordo del panfilo dello sceicco X, alla Coin, ecc.). Lei gli rivolge la parola e sa tutto di lui perché hanno amici comuni ecc. ecc. e in realtà dalla volta di quel primo incontro non ha fatto che informarsi sul suo conto. Uno stalker, in pratica.
2. Lui sparisce all’improvviso. Lei rimane sola, in forti difficoltà economiche (hanno sette bambini, un mutuo, un’azienda appena avviata, un serial killer che li minaccia, ecc.). Lo attende per un anno. Poi, finalmente, decide che davvero è tutto finito e si cerca un altro compagno. Lo trova. La prima volta che vanno a letto insieme (a casa di lei), lui ricompare inaspettato (aveva dimenticato lo spazzolino da denti, gli serviva la carta di credito, doveva disseppellire dal giardino il tesoro di famiglia, voleva farle una sorpresa, ecc.).
3. Lui e lei sono una coppia aperta. Marito e moglie, però ciascuno si fa le sue storie. Se le raccontano, anche, con grande spasso e divertimento. Poi all’improvviso lei si innamora di lui: proprio di lui, solo di lui. Lui non riesce ad accettare la cosa e fugge con un ussaro (un marinaio, un curatore di mostre d’arte contemporanea, un noto chirurgo plastico, ecc.).
4. Lui viene ucciso a coltellate (a colpi di sedia in testa, col veleno, con una scarica elettrica, ecc.). Prima di morire, riesce a scrivere con il sangue (con una matita, con la cacca del figlioletto neonato, con il vin brûlé, ecc.) sul pavimento (sul muro, sul soffitto, su un tovagliolo di carta, ecc.) un messaggio enigmatico basato sui numeri primi gemelli (sulla serie di Fibonacci, sulla progressione di Malthus, ecc.). Lei male interpreta il messaggio e per vendetta uccide la cugina (la governante, il portinaio, il direttore del Louvre, ecc.), che in realtà è innocente (ma lei non lo sa, benché ci sia qualcuno – un redattore del Times, un fratello musulmano, un cuoco di provincia, un saltimbanco portoghese, ecc. – che glielo fa ostinatamente, ma oscuramente sapere). Passa del tempo e lei sposa un armatore greco (un cugino di primo grado del principe del Galles, un salumiere di Bergamo, un dirigente d’azienda siciliano trasferito a Milano, ecc.). Il nuovo marito ha la passione dei giochi matematici. Quattrocento pagine dopo, lei capisce che l’assassino è lui.
5. Lei viene uccisa a randellate. Lui è incolpato. Confessa. Va in galera. Tenta il suicidio. Lo salva un secondino. Da quel momento, lui e il secondino diventano amicissimi. Dopo molti anni, lui esce di galera. Non sapendo dove andare, accetta l’ospitalità provvisoria del secondino. In una sera di temporale gli racconta di essere innocente, e di aver confessato l’omicidio solo per andare in galera, per togliersi dal mondo, per lenire la sofferenza. Il secondino lo ascolta comprensivo. L’assassino è lui, e glielo dice.
6. Lui (professore alle medie) ha dei problemi esistenziali. Lei (impiegata in una ditta di ceramiche) no. Lui è ricco di famiglia. Lei no. Lui vorrebbe andare a vivere a Cuba. Lei no. Lui è postcomunista. Lei no. Lui si fa delle storie fuori dal matrimonio. Lei no. Lui investe tutti i risparmi nella cooperativa de Il Manifesto. Lei lo pianta e si mette col proprietario della ditta di ceramiche.
7. Lui è un vulcaniano. Lei è di un pianeta dalle parti di Orione. Il loro amore è immenso. Le loro sessualità sono incompatibili. Dopo un po’, lui si stufa e si mette con una piemontese di nome Cesira.
8. Lui e lei vogliono sposarsi, ma le famiglie sono contrarie. Tentano una fuga d’amore. Vengono bloccati. Lui è costretto a lavorare nel cementificio del padre, lei viene spedita in un monastero umbro. Non si rivedranno per vent’anni. Quando si rivedono, lui dice: “Sposiamoci”. Lei risponde: “Fossi matta, ormai mi sono abituata così”.
9. Lui vorrebbe morire. Lei lo aiuta, ma sbaglia qualcosa e lui sopravvive in perfetta salute. Per vendetta, lui la uccide col ferro da stiro.
10. Lui è un romanziere che, dopo qualche libro accolto bene ma niente di che, finalmente sente di avere la storia che lo porterà al vero successo. La racconta a lei. Lei gli dice: “Mi pare una vera cagata, venderà un casino”. Lui, offesissimo, si ritira in soffitta a scrivere. Lei all’inizio telefona ogni tanto, ma lui non risponde. Lei si dimentica di lui. Lui finisce il romanzo. Lo porta all’editore. L’editore dice bofonchiando: “Mettilo là”. Per sei mesi, nessuna risposta. Per altri sei mesi, nessuna risposta. L’editore muore. Lui va a riprendersi il dattiloscritto. Trova il figlio dell’editore, subentrato, che ha appena finito di leggere il romanzo e gli dice: “È una vera cagata, venderà un casino”. E così accade. Lui si suicida. Lei viene a saperlo dai giornali, fa le carte per l’eredità, diventa ricchissima coi diritti, sposa un bagnino di Fregene.